Eccellenza Manageriale: dall’arte di convincere alle sfide dell’Intelligenza Artificiale

Scritto il 02/09/2024

Da qualche tempo, nei corsi per manager del sistema di tutela della salute, ma anche ai manager in generale, ho ripreso e propongo un concetto che ho ritrovato negli appunti di una iniziativa formativa per il Comune di Firenze della metà degli anni ’80, quando si usavano ancora i lucidi e non i power point.
Il concetto continua ad essere efficace perché semplice.
Chi sa svolgere in modo professionale e competente il proprio lavoro è brava/o, chi riesce a far lavorare bene le proprie collaboratrici e i propri collaboratori è meglio, chi riesce a far accettare le proprie proposte alla/al propria/o superiore gerarchico è l’ottimo. Infatti, non è semplice motivare le persone a svolgere il proprio lavoro con impegno e professionalità, a seconda dei diversi stili di gestione. Personalmente, preferisco un approccio basato sull’aiuto e la collaborazione, piuttosto che sull’obbligo o la semplice persuasione. Credo che la maggior parte delle lettrici e dei lettori condividano il fatto che è ancor più difficile convincere superiori gerarchici ad accettare suggerimenti e proposte.

Recentemente, a questa scala della complessità, ho aggiunto un gradino che può essere espresso nei seguenti termini “chi sa porre alle intelligenze artificiali le giuste domande e soprattutto sa interpretare con pensiero critico le risposte è eccellente”.
Tuttavia, mi viene un dubbio: forse per molti è più facile interagire con le macchine che interagire con le persone.
Di conseguenza, si potrebbe considerare il rapporto con l’intelligenza artificiale come il secondo livello di complessità, mentre le relazioni con collaboratrici e collaboratori superiori potrebbero essere classificate al terzo e quarto livello, rispettivamente.

Lettrici e lettori possono scegliere tra queste alternative sulla base dei propri valori e della propria esperienza.