La sconfitta e la perseveranza: La lezione di Wiles

Scritto il 12/06/2025

Professor Quoziente e il Grande Mistero di Fermat alla Scuola delle Meraviglie Matematiche


Capitolo 1: L’Arrivo della pergamena misteriosa

Era una mattina di primavera particolarmente frizzante quando Professor Quoziente entrò nell’aula della Scuola delle Meraviglie Matematiche con un’espressione più eccitata del solito. Il suo papillon a forma di radice quadrata lampeggiava come un albero di Natale, e il cappotto tempestato di simboli matematici scintillava di una luce quasi accecante.

“Buongiorno, miei cari archeologi dei numeri!” esclamò, facendo tintinnare la sua collana di perline numerate. “Oggi vi racconterò la storia del mistero matematico più affascinante di tutti i tempi!”

Fibonacci, lo scoiattolo assistente più anziano, saltellò nervosamente sul suo trespolo: “Professore, è per caso quella storia che ci tenevate segreta da settimane?”

“Esattamente, mio caro Fibonacci!” Il Professor Quoziente estrasse dalla sua borsa infinita una pergamena antica che sembrava brillare di luce propria. “Questa è la copia di una pagina del libro di Diofanto, dove nel 1637 un certo Pierre de Fermat scrisse una nota che avrebbe fatto impazzire i matematici per 358 anni!”

Gauss, la scoiattolina più intelligente, drizzò le orecchie: “358 anni? Ma allora è stato risolto di recente!”

“Nel 1995, per la precisione!” sorrise il professore. “Ma iniziamo dall’inizio…”


Capitolo 2: Il margine troppo piccolo

Professor Quoziente srotolò la pergamena magica sulla lavagna, e immediatamente apparvero delle scritte luminose in latino antico.

“Bambini, immaginate di essere in Francia nel 1637. Pierre de Fermat, un magistrato che amava la matematica più di qualsiasi altra cosa, stava leggendo un libro di matematica antica. Improvvisamente, ebbe un’idea geniale!”

Eulero, lo scoiattolino più curioso, alzò la zampetta: “Che tipo di idea, professore?”

“Fermat sapeva che esistono molti numeri che seguono questa regola magica:” Il professore scrisse sulla lavagna con il suo gessetto che lasciava scie colorate:

3² + 4² = 5² 9 + 16 = 25

“Vedete? Il quadrato di 3 più il quadrato di 4 uguale il quadrato di 5! Questi si chiamano terzetti pitagorici.”

Newton, lo scoiattolo più riflessivo, annuì pensieroso: “Come i lati di un triangolo rettangolo!”

“Bravissimo, Newton! Ma ecco cosa pensò Fermat:” Il professore fece apparire nell’aria, con un gesto teatrale, una nuova equazione scintillante:

x³ + y³ = z³

“Fermat si chiese: existono numeri interi che soddisfano questa equazione con i cubi invece dei quadrati?”

Archimede, l’artista del gruppo, inclinò la testa: “E trovò la risposta?”

“Sì! E la risposta era… NO! Non esistono!” Il Professor Quoziente fece lampeggiare il suo papillon. “E non solo per i cubi, ma per tutte le potenze maggiori di 2!”

Scrisse sulla lavagna l’equazione che avrebbe tormentato il mondo:

x^n + y^n = z^n (impossibile per n > 2)


Capitolo 3: Gli scoiattoli e la grande sfida

Pitagora, lo scoiattolo metodico, alzò nervosamente la coda: “Professore, se Fermat l’aveva dimostrato, dov’è il problema?”

Professor Quoziente sorrise misteriosamente: “Ecco il punto, caro Pitagora! Fermat scrisse nel margine del libro: ‘Ho una dimostrazione meravigliosa, ma questo margine è troppo piccolo per contenerla!'”

Tutti gli scoiattoli rimasero a bocca aperta.

“E poi?” chiese Sophie (così chiamata in onore di Sophie Germain), la scoiattolina più determinata.

“E poi… morì! Senza mai rivelare la sua dimostrazione!”

Fibonacci si grattò pensieroso la testa: “Quindi per 358 anni nessuno è riuscito a trovare questa dimostrazione?”

“Esatto! E ora, miei cari assistenti scoiattoli, vi racconterò l’epica battaglia che ne seguì!”

Il Professor Quoziente fece apparire dalla sua borsa infinita un teatrino magico in miniatura, dove piccole figure animate iniziarono a rappresentare la storia.


Capitolo 4: I primi eroi della matematica

“Il primo grande matematico ad accettare la sfida fu Leonhard Euler!” annunciò il professore mentre nel teatrino appariva una figura con una parrucca bianca e un telescopio matematico.

Eulero lo scoiattolo saltellò eccitato: “Come me!”

“Proprio così! Euler riuscì a dimostrare il caso n=3 nel 1770. Dimostrò che x³ + y³ = z³ non ha soluzioni!”

Nel teatrino, la figura di Euler faceva apparire delle equazioni che esplodevano in fuochi d’artificio.

“Come fece?” chiese Gauss, sempre affamata di dettagli.

“Usò una tecnica geniale chiamata ‘discesa infinita’, inventata da Fermat stesso! È come un labirinto magico: ogni volta che credi di aver trovato una soluzione, ti porta a cercare una soluzione più piccola, poi ancora più piccola, fino a quando… non puoi più andare avanti!”

Newton annuì: “Come una scala che scende all’infinito!”

“Esattamente! E se la scala è infinita ma i numeri interi hanno un limite inferiore, allora non può esistere una soluzione!”


Capitolo 5: L’eroina mascherata

Nel teatrino apparve una nuova figura: una donna elegante con una maschera.

“Questa è Sophie Germain!” disse il professore con ammirazione. “Una matematica geniale che doveva nascondersi dietro un nome maschile per essere presa sul serio!”

Sophie la scoiattolina si raddrizzò orgogliosa: “Come mai, professore?”

“Purtroppo, caro, all’epoca le donne non potevano studiare matematica ufficialmente. Ma Sophie era così brillante che inventò un metodo completamente nuovo!”

La figura nel teatrino iniziò a jonglare con numeri primi colorati.

“Sophie scoprì che per certi numeri primi speciali, chiamati ora ‘primi di Sophie Germain’, il teorema di Fermat era sicuramente vero! Fu un passo gigantesco!”

Fibonacci applaudì: “Quindi risolse il mistero?”

“Non completamente, ma aprì una strada importantissima che altri avrebbero seguito!”


Capitolo 6: Il mago dei numeri ideali

“Poi arrivò Ernst Kummer!” Il professore fece apparire nel teatrino una figura con un cappello da mago pieno di simboli matematici.

“Kummer si accorse di qualcosa di straordinario: in alcuni universi numerici, le regole che conosciamo non funzionano sempre!”

Archimede inclinò la testa confuso: “Come sarebbe, professore?”

“Immaginate che nei numeri normali, ogni numero si può scomporre in primi in un solo modo. 12 = 2 × 2 × 3, giusto? Ma in certi universi numerici magici, questa regola non vale!”

Nel teatrino, i numeri iniziarono a trasformarsi e scomporsi in modi strani e fantastici.

“Allora Kummer inventò i ‘numeri ideali’ – numeri magici invisibili che ripristinavano l’ordine!”

Gauss battè le zampe eccitata: “E funzionò?”

“Kummer riuscì a dimostrare il teorema di Fermat per tutti i numeri primi minori di 100, eccetto tre ribelli: 37, 59 e 67!”

Pitagora fece un rapido calcolo: “Quindi aveva quasi vinto!”

“Quasi, caro Pitagora. Ma in matematica, ‘quasi’ non basta!”


Capitolo 7: I ponti segreti di Taniyama e Shimura

“Ora arriva la parte più magica della storia!” Il Professor Quoziente fece sparire il teatrino e tirò fuori dalla borsa infinita due sfere di cristallo che sembravano mondi in miniatura.

“Negli anni ’50, due giovani matematici giapponesi, Taniyama e Shimura, scoprirono qualcosa di incredibile!”

Tenne le due sfere alle estremità dell’aula: “Vedete queste due sfere? Una rappresenta il mondo delle curve ellittiche, l’altra il mondo delle forme modulari. Sembrano completamente diversi, vero?”

Gli scoiattoli annuirono, fissando ipnotizzati le sfere che brillavano di luci diverse.

“Ma Taniyama e Shimura scoprirono che questi due mondi erano segretamente collegati! Era come scoprire che due lingue apparentemente diverse sono in realtà dialetti della stessa lingua!”

Le due sfere iniziarono a risuonare in armonia, creando un ponte di luce tra loro.

Sophie sussurrò affascinata: “E questo cosa c’entrava con Fermat?”

“All’inizio niente, cara Sophie. Era solo una bellissima congettura matematica. Ma poi…”


Capitolo 8: Il bambino che sognava l’impossibile

Il Professor Quoziente pose le sfere sulla cattedra e la sua voce si fece dolce e misteriosa:

“Nel 1963, in una scuola di Cambridge, un bambino di dieci anni di nome Andrew Wiles sentì parlare del teorema di Fermat dal suo insegnante…”

Nel teatrino riapparso magicamente, apparve la figura di un bambino con gli occhi pieni di stelle.

“Quel bambino guardò l’equazione x^n + y^n = z^n e pensò: ‘Sembra così semplice! Come può essere così difficile?'”

Eulero lo scoiattolo si riconobbe: “Anch’io l’avrei pensato!”

“Da quel giorno, Andrew portò il teorema di Fermat nel cuore come una fiamma segreta. Studiò, divenne professore, ma sempre, sempre, sognava di risolvere il grande mistero.”

Newton chiese pensieroso: “E poi cosa successe?”

“Nel 1986, quando Andrew aveva 33 anni, successe qualcosa di magico…”


Capitolo 9: L’illuminazione di Ken Ribet

Professor Quoziente riprese le due sfere di cristallo e le fece ruotare lentamente:

“Un matematico di nome Ken Ribet fece una scoperta sbalorditiva: dimostrò che se la congettura di Taniyama-Shimura fosse stata vera…”

Le due sfere iniziarono a brillare più intensamente.

“…allora il teorema di Fermat sarebbe stato automaticamente vero!”

Un raggio di luce dorata collegò definitivamente le due sfere.

Fibonacci saltellò eccitato: “Come un ponte magico!”

“Esattamente! Era come se qualcuno avesse rivelato che la chiave del castello incantato era nascosta in una torre apparentemente irraggiungibile!”

Gauss capì subito: “Quindi Wiles doveva scalare quella torre!”

“Proprio così, intelligentissima Gauss! Wiles tornò a casa quella sera e prese la decisione più coraggiosa della sua vita: avrebbe dedicato tutto se stesso a dimostrare la congettura di Taniyama-Shimura.”


Capitolo 10: I sette anni di solitudine

Il Professor Quoziente abbassò le luci dell’aula e fece apparire una piccola soffitta in miniatura nel teatrino, illuminata da una sola candela.

“Per sette lunghi anni, dal 1986 al 1993, Wiles sparì dal mondo. Si chiuse nella sua soffitta e lavorò in assoluto silenzio.”

Archimede sussurrò: “Tutto solo?”

“Tutto solo. Temeva che se qualcuno avesse saputo cosa stava tentando, altri matematici si sarebbero lanciati nella stessa impresa. Lavorava 14 ore al giorno, usando matematica così complessa che pochi al mondo l’avrebbero capita.”

Nel teatrino, la figura di Wiles scriveva equazioni che si trasformavano in creature fantastiche: curve che danzavano, forme che cantavano, numeri che volavano.

Sophie chiese preoccupata: “Ma ce la faceva?”

“Alcuni giorni credeva di essere vicino alla vetta, altri giorni gli sembrava di scalare una montagna infinita. Ma non si arrese mai.”

Pitagora fece i conti: “Sette anni… sono tanti!”

“Tantissimi, caro Pitagora. Ma nel 1993, Wiles credette finalmente di aver risolto il puzzle!”


Capitolo 11: Il trionfo e la grande caduta

Professor Quoziente fece apparire nel teatrino un grande anfiteatro pieno di figure che applaudivano.

“Il 23 giugno 1993, a Cambridge, Wiles presentò la sua dimostrazione. Duecento pagine di matematica incredibilmente complessa!”

Gli scoiattoli trattennero il respiro mentre le figurine nel teatrino si alzavano in piedi per applaudire.

“Quando Wiles scrisse la frase finale: ‘Il che completa la dimostrazione del teorema di Fermat’, l’aula esplose in applausi. Alcuni matematici piangevano di gioia!”

Eulero battè le zampe: “Aveva vinto!”

“O così sembrava…” La voce del Professor Quoziente si fece drammatica. “Ma durante la revisione, i referee trovarono un errore!”

Il teatrino si oscurò improvvisamente. Gli scoiattoli fecero un “Oh!” di delusione.

Newton chiese ansioso: “Che tipo di errore?”

“Non era un errore di calcolo, ma un buco logico in una parte cruciale. Era come aver costruito un ponte bellissimo, ma con uno dei pilastri centrali difettoso.”

Fibonacci si mordicchiò nervosamente la coda: “E poi?”

“Wiles entrò nel periodo più buio della sua carriera. I giornali parlavano di ‘fallimento’. Ma lui non si arrese…”


Capitolo 12: L’illuminazione finale

“Il 19 settembre 1994,” continuò il Professor Quoziente con voce drammatica, “Wiles stava bevendo il caffè nella sua soffitta, guardando per l’ennesima volta la sua dimostrazione difettosa…”

Nel teatrino, la figura di Wiles teneva una tazza fumante e fissava le equazioni.

“Improvvisamente, vide qualcosa! Era come se una nebbia si fosse sollevata!”

La soffitta nel teatrino si illuminò di luce dorata.

Gauss si sporse in avanti: “Cosa vide?”

“Vide che il metodo che non funzionava per una cosa, funzionava perfettamente per un’altra! Invece di cercare di riparare la sua tecnica, poteva usarne una completamente diversa!”

Nel teatrino, le equazioni iniziarono a danzare e trasformarsi, creando nuove combinazioni magiche.

“Con le mani che tremavano per l’eccitazione, Wiles iniziò a scrivere. Le equazioni fluivano come se l’universo stesso stesse dettando la soluzione!”

Sophie sussurrò emozionata: “E stavolta funzionò?”

“Stavolta funzionò! Quel giorno, Andrew Wiles risolse l’ultimo segreto di Pierre de Fermat!”


Capitolo 13: La vittoria finale

Professor Quoziente fece esplodere il teatrino in una pioggia di stelle dorate e coriandoli numerici.

“Nel 1995, la dimostrazione corretta fu pubblicata. Due articoli: uno di 108 pagine e uno di 19 pagine. Il teorema di Fermat, dopo 358 anni, era finalmente dimostrato!”

Tutti gli scoiattoli applaudirono freneticamente, saltellando sui loro trespoli.

“Ma la vera vittoria,” continuò il professore, “non era solo aver risolto un puzzle antico. Wiles aveva sviluppato tecniche completamente nuove che aprirono nuovi territori inesplorati!”

Fibonacci alzò la zampa: “Professore, ma Fermat aveva davvero una dimostrazione nel 1637?”

Professor Quoziente sorrise misteriosamente: “Ah, questa è la domanda da un milione di dollari, caro Fibonacci! La maggior parte di noi matematici crede di no. La dimostrazione di Wiles usa matematica inventata secoli dopo Fermat!”

Archimede inclinò la testa: “Quindi Fermat si sbagliava?”

“Probabilmente aveva una dimostrazione che credeva corretta, ma che conteneva un errore sottile. O forse…” Il professore fece una pausa drammatica, “aveva davvero una chiave di lettura che noi non riusciamo ancora a immaginare!”


Epilogo: La lezione degli scoiattoli

Mentre la lezione volgeva al termine, Professor Quoziente raccolse le sue sfere di cristallo e guardò teneramente i suoi assistenti scoiattoli.

“Miei cari amici, cosa abbiamo imparato oggi?”

Gauss alzò subito la zampetta: “Che a volte i problemi più semplici sono i più difficili!”

Newton aggiunse: “E che la perseveranza è più importante del genio!”

Sophie disse con orgoglio: “Che anche se sei diverso o devi nasconderti, puoi comunque cambiare il mondo!”

Eulero saltellò: “E che 358 anni non sono troppi per risolvere un bel mistero!”

Fibonacci concluse saggiamente: “E che ogni generazione di matematici costruisce sulle spalle di quella precedente!”

Professor Quoziente applaudì commosso: “Perfetto, piccoli geni! Ma la lezione più importante è questa: il margine troppo piccolo di Fermat ci ricorda che nell’universo dei numeri ci sono sempre nuovi segreti da scoprire!”

Mentre il tramonto tingeva l’aula di colori dorati, il Professor Quoziente lasciò a ogni scoiattolo una piccola pergamena magica: “Queste sono pergamene del curiosità infinita. Non vi sveleranno i segreti dei numeri come quella di Fermat, ma vi ricorderanno che ogni grande scoperta inizia con una domanda.”

Pitagora guardò la sua pergamena e chiese: “Professore, esistono altri grandi misteri da risolvere?”

Professor Quoziente sorrise, il suo papillon lampeggiò un’ultima volta, e sussurrò: “Caro Pitagora, l’universo matematico è pieno di margini troppo piccoli. Chi sa? Forse uno di voi diventerà il prossimo Wiles!”

E con queste parole, l’aula si riempì di una dolce melodia di numeri che danzavano, mentre gli scoiattoli sognavano già le loro future avventure matematiche.


Il glossario magico del professor Quoziente

Termine magicoSignificato matematicoCome lo spiegano gli scoiattoli
Teorema di Fermatx^n + y^n = z^n impossibile per n > 2“L’equazione più famosa che non ha soluzioni!”
Terzetti PitagoriciNumeri che soddisfano a² + b² = c²“I triangoli magici di Pitagora!”
Discesa InfinitaTecnica di dimostrazione per assurdo“La scala che scende all’infinito!”
Primi di Sophie GermainPrimi p tale che 2p+1 è anche primo“I primi speciali della matematica mascherata!”
Curve EllitticheEquazioni y² = x³ + ax + b“Le curve che sembrano dolci colline!”
Forme ModulariFunzioni con simmetrie speciali“I cristalli di neve della matematica!”
Congettura di Taniyama-ShimuraPonte tra curve ellittiche e forme modulari“Il ponte segreto tra due mondi!”

“La matematica è l’arte di dare lo stesso nome a cose diverse, e nomi diversi alla stessa cosa.”Professor Quoziente & i suoi scoiattoli assistenti

“Ricordate, piccoli esploratori: ogni margine troppo piccolo è un invito a sognare più in grande!”La grande lezione della soffitta di Wiles