Il papa Leone e la nuova questione sociale: l’uomo prima dell’algoritmo

Scritto il 10/05/2025

Al termine del conclave che lo ha eletto, Robert Francis Prevost ha spiegato ai cardinali elettori perché ha scelto di chiamarsi Leone XIV. Non si tratta di una decisione casuale: il nuovo pontefice ha voluto richiamarsi esplicitamente a Leone XIII, il papa che nel 1891 pubblicò l’enciclica Rerum Novarum.

Quel documento rappresentò la prima risposta sistematica della Chiesa cattolica alla questione sociale emersa con la rivoluzione industriale. Leone XIII si schierò apertamente in difesa dei lavoratori, denunciando le condizioni di sfruttamento a cui erano sottoposti nelle fabbriche e rivendicando il diritto a un salario giusto e a condizioni di lavoro dignitose. La Chiesa prendeva così posizione su questioni concrete, entrando nel dibattito economico e sociale del tempo.

Oggi papa Leone XIV vede un parallelismo tra quella fase storica e la nostra epoca. Come ha dichiarato nel suo primo discorso ai cardinali: “Il papa Leone XIII, infatti, con la storica enciclica Rerum novarum, affrontò la questione sociale nel contesto della prima grande rivoluzione industriale; e oggi la Chiesa offre a tutti il suo patrimonio di dottrina sociale per rispondere a un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’intelligenza artificiale, che comportano nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro“.

La rivoluzione digitale e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale pongono interrogativi inediti. L’automazione minaccia di ridurre drasticamente la necessità di lavoro umano, con conseguenze potenzialmente devastanti sul piano sociale. Nascono nuove forme di disuguaglianza tra chi ha accesso alle tecnologie e chi ne resta escluso. Si moltiplicano i problemi etici legati all’uso dei dati personali, alla sorveglianza digitale, all’impatto degli algoritmi sulle decisioni che riguardano la vita delle persone.

Il nuovo papa intende affrontare questi temi con la stessa determinazione mostrata da Leone XIII di fronte alle sfide del suo tempo. Ha già lasciato intendere che una delle prime iniziative del suo pontificato sarà la pubblicazione di una nuova enciclica sociale, una sorta di “Rerum Novarum” del XXI secolo che affronti specificamente l’impatto dell’intelligenza artificiale sulla società, sul lavoro e sulla dignità umana.

L’obiettivo dichiarato è offrire una guida etica per orientarsi in questa fase di cambiamento epocale. Leone XIV sostiene che la Chiesa debba “ricollocarsi dalla parte dell’umanità, della società, del lavoro“, rinnovando il proprio impegno per la giustizia sociale e i diritti dei lavoratori in un’epoca in cui il lavoro stesso sta cambiando profondamente natura.

La scelta del nome rappresenta quindi un ponte tra passato e futuro. Da un lato rivendica la continuità con la tradizione della dottrina sociale cattolica, dall’altro guarda alle sfide più attuali della contemporaneità. Il nuovo pontefice ha anche sottolineato di voler proseguire nel solco tracciato da papa Francesco e dal Concilio Vaticano II, confermando l’importanza della collegialità, della sinodalità e dell’attenzione agli ultimi.

Robert Francis Prevost, ora Leone XIV, sembra intenzionato a portare la Chiesa al centro del dibattito sui grandi cambiamenti tecnologici in corso. La sua prima enciclica probabilmente affronterà questioni come il futuro del lavoro nell’era dell’automazione, i diritti digitali, l’etica degli algoritmi, la necessità di garantire che lo sviluppo tecnologico sia orientato al bene comune e non solo al profitto.

La scelta del nome Leone richiama anche l’idea di coraggio e forza morale necessari per affrontare le trasformazioni in atto. Come il suo predecessore ottocentesco non ebbe timore di schierarsi apertamente sui temi sociali del suo tempo, così Leone XIV intende prendere posizione sulle questioni più spinose del nostro presente, riaffermando il primato della persona umana in un mondo sempre più dominato dalla tecnologia.